Forestiamo è la prima sperimentazione nella Marsica di una gestione forestale sostenibile finalizzata alla costituzione di un’associazione in ambito forestale tra proprietari pubblici e privati. Il progetto prevede la stesura delle linee guida per la certificazione sostenibile delle filiere, delle attività e dei prodotti forestali.
Attivato dal Comune di Morino in collaborazione con la Società Azienda Sviluppo Territoriale (A.S.T.) s.r.l., è finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste con il patrocinio di Regione Abruzzo, Legambiente, PEFC.
Il progetto prevede la gestione unitaria di un’area di alto pregio ambientale e votata allo sviluppo potenziale di sistemi di innovazione e certificazione di filiera.
L’Area fa parte della rete europea di Natura 2000 ZPS Monti Simbruini e ricade nell’Area Interna della Regione Abruzzo “Valle del Giovenco – Valle Roveto – Vallelonga (DGR 290 del 14 aprile 2015). Al suo interno, interamente nel territorio del Comune di Morino, ricade la Riserva Naturale Regionale “Zompo Lo Schioppo”, istituita con Legge della Regione Abruzzo 24 del 29/05/87. La Riserva (1025 ha) si sviluppa lungo le pendici dei maggiori rilievi montuosi dei Simbruini e dei Monti Ernici che formano un anfiteatro naturale da cui sgorga la sorgente carsica intermittente dello Schioppo la quale, con un salto di 130 metri, genera una delle più belle cascate dell’Appennino. Nella parte basale della Riserva si sviluppano formazioni forestali governate a ceduo a prevalenza di carpino nero, orniello, cerro e roverella; non mancano specie accessorie come gli aceri e, specialmente in zone degradate, la carpinella. Qui i diametri sono ridotti ed è elevatissimo il numero di fusti ad ettaro. Sugli affioramenti rocciosi in zona “La Bruciata” sono inoltre presenti esemplari di Leccio, specie tipica della macchia mediterranea, che hanno trovato un microclima favorevole. Fenomeno spiegabile con la presenza della cascata che genera un microclima particolare: sulle pareti rocciose strapiombanti, infatti, vegetano persino il corbezzolo e il terebinto.
I cedui che ricoprono l’area si sviluppano dai 650 m s.l.m. fino ai 1000 m s.l.m. dove si evolvono a formazioni forestali tendenti verso popolamenti misti a dominanza di faggio. Tali cenosi di regressione sono derivanti da prolungate operazioni di ceduazione, evidenti dalle grosse matricine di faggio sparse all’interno di tali soprassuoli. Ulteriori interventi per il recupero di tali aree (avviamento all’altofusto), già effettuati in alcuni tratti, consentirebbero il ripristino dell’ecosistema verso delle faggete miste. Salendo di quota oltre i 1100 m, le formazioni cedue lasciano spazio a lembi di fustaia transitoria a faggio, alternati a tratti di fustaia matura. Boschi tendenzialmente monospecifici e privi di rinnovazione in cui sporadico si rinviene l’agrifoglio. Le uniche essenze arboree in grado di competere con il faggio sono l’acero di monte, l’acero riccio, il frassino maggiore, il tiglio e una vigorosissima ceppaia di olmo montano ubicata sul ciglio della sterrata.
Nelle zone più rade, o che presentano un’altezza dello strato arboreo ridotta a causa di una minore fertilità stazionale, si inseriscono il farinaccio, il sorbo degli uccellatori, il carpino nero. Nelle radure si insediano essenze arbustive ed erbacee tra cui il lampone e il ramno alpino. All’interno di questi soprassuoli si rinviene il primo nucleo di Taxus baccata che si può considerare disgiunto rispetto all’altro grande nucleo sovrastante. Storicamente le foreste presenti nel Comune di Morino sono state rilevanti per l’economia locale: fino al XIX° secolo e fino agli inizi del secolo scorso era diffusissima l’attività dei carbonai e dei maestri d’ascia. La costruzione, nel secondo dopoguerra, della viabilità forestale in quota, dei rifugi montani e di infrastrutture di servizio aveva favorito lo sviluppo delle faggete coetanee con le attività di prelievo e prima trasformazione del legno in manufatti.
Fino agli anni’70 erano presenti nel territorio del Comune di Morino e nella Valle Roveto, numerose ditte boschive, con una consistente presenza di muli, cavalli e animali da trasporto e due segherie nei pressi della stazione ferroviaria per il collegamento con il trasporto merci e una teleferica trifune. Negli anni successivi, anche in ragione dei cambiamenti prodotti dalla globalizzazione dei mercati, le attività produttive collegate al patrimonio forestale si sono progressivamente ridotte fino alla sostanziale cessazione. Oggi queste imprese svolgono solo attività per il mercato locale della legna da ardere e, in misura minore, con il mercato dei tronchi da lavoro.
Tra i soggetti i privati che hanno manifestato l’interesse ad aderire alla forma associativa, sono presenti proprietari di castagneti da legno e da frutto (castagna Prodotto tipico nazionale riconosciuto: Roscetta della Valle Roveto), di terreni ex agricoli con boschi di neoformazione e due proprietari titolari di aziende boschive e di prima lavorazione del legno. Il contesto degli aderenti consente la diversificazione degli approcci dal punto di vista progettuale, sia per la filiera forestale sia per il contesto produttivo di riferimento.
Come indicato nei documenti strategici dell’UE, le foreste contribuiscono alla crescita, all’innovazione, all’occupazione e alla bioeconomia circolare. Concorrono alla prosperità e al benessere delle generazioni attuali e future e sono fonte di grandi varietà di materiali naturali utilizzati da secoli per costruire case e mobili, per produrre carta, per riscaldare case, per costruire oggetti di artigianato e opere d’arte, per produrre cibo, piante medicinali e aromatiche nonché cosmetici. Già nel 2008 il Comune di Morino aveva redatto e approvato il Piano di Assestamento Forestale nonché attivato due progetti LIFE per la gestione delle foreste con Taxus baccata, habitat prioritario, frequentate dall’orso Ursus arctos marsicanus, specie in Direttiva n. 92/43/CEE del 21 maggio 1992 (Habitat). Gli obiettivi generali del progetto odierno possono essere sintetizzati in:
Il progetto prevede la gestione unitaria di un’area di alto pregio ambientale e votata allo sviluppo potenziale di sistemi di innovazione e certificazione di filiera.
Il territorio interessato consente una diversificazione di interventi tecnici, operativi e produttivi che si articolano dai castagneti da frutto e da legno ai coltivi in fase di rinaturalizzazione, dai cedui con prevalenza di castagno alle faggete naturali in area protetta o a quelle coetanee per finalità produttive.
Nel Testo unico in materia di Foreste e Filiere Forestali si pone l’attenzione sulla viabilità forestale (art. 9) e sulla formazione degli operatori forestali (art. 10 comma 1 e 7), due aspetti strategici per la gestione attiva delle risorse boschive sottolineando, per entrambi i casi, l’importanza ai fini della tutela ambientale. Il progetto prevede la possibilità di variare le turnazioni e le zone di intervento in relazione ad esempio alla necessità di limitare il disturbo in zone specifiche (ad esempio per la presenza di specie in periodo di iperfagia).
Per quanto riguarda la viabilità forestale, la diffusione e il buono stato possono garantire sia la salvaguardia ambientale sia l’espletamento delle normali attività agro-silvo-pastorali.
La selvicoltura sistemica si basa su interventi cauti, continui e capillari per attuare i quali è necessaria una rete di viabilità forestale che può anche riuscire a ridurre i costi di esbosco. Purtroppo la mancanza di pianificazione, soprattutto per quanto riguarda le porzioni private, in passato ha dato origine ad una proliferazione di piste forestali, innescando talvolta fenomeni erosivi importanti e che spesso determinano anche fenomeni di dissesto idrogeologico.
Il modello è di tipo partecipativo, per favorire la “riappropriazione” di un rapporto della comunità locale con il patrimonio ambientale e forestale.
La forma associativa ha come capofila di riferimento A.S.T. srl in house providing, affidataria della gestione integrata del patrimonio forestale del Comune di Morino. Alla società A.S.T. sono associati 9 proprietari privati, due dei quali sono anche iscritti come operatori forestali. Possono pertanto costituire un primo nucleo imprenditoriale sul quale sperimentare nuove iniziative di filiera. Il modello di governance proposto opera in una logica di integrazione verticale e orizzontale nonché di integrazione interistituzionale, tenendo conto delle prescrizioni di tutti i piani di matrice urbanistico-territoriale, paesaggistica e ambientale, operazione complessa sia per la molteplicità degli strumenti di riferimento sia per la difficoltà di identificare in modo chiaro i rapporti funzionali tra di essi.
La scelta effettuata è di tipo partecipativo, data la rilevanza dell’interesse pubblico in questo settore, per favorire la “riappropriazione” di un rapporto della comunità locale con il patrimonio ambientale e forestale, oltre la necessità di mediare fra esigenze diverse in termini di destinazione e opzioni d’uso delle aree boscate.
Il Comune di Morino – in connessione con i processi partecipativi già avviati dall’anno 2000 come l’Agenda 21, il programma Leader (PSR Abruzzo 20142020) e tutti gli altri strumenti attuati successivamente come il Contratto di Fiume – intende prevedere nel progetto la figura di un facilitatore che raccordi i livelli istituzionali e tecnici tra loro e con proprietari e cittadini, per garantire una costante e adeguata informazione.
Il Comune di Morino ha un Piano di Assestamento Forestale redatto nel 2008, in fase di approvazione definitiva della Regione Abruzzo. Con questo progetto si parte da una revisione e aggiornamento del piano esistente e si definiscono le modalità di gestione sostenibile attraverso parametri ben definiti, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, che verranno monitorati costantemente nel tempo per avere dati oggettivi sugli impatti che tali interventi hanno sugli habitat e sulle specie prioritarie. Il manuale che verrà redatto terrà conto dei criteri di certificazione secondo i due principali sistemi di certificazione forestale riconosciuti a livello internazionale, (FSC® e PEFC) e individua le buone pratiche, migliorative rispetto alla gestione ordinaria, che determinano un incremento nella capacità di generare servizi ecosistemici. Particolare attenzione viene posta all’eventuale disturbo in aree sensibili come le faggete all’interno della ZSC/ZPS e della Riserva, ma anche per il resto del territorio interessato dalla presenza dell’orso. Il plantigrado, soprattutto in periodo di iperfagia, costituisce un limite per le operazioni forestali, che vanno diradate nel periodo autunnale. Il progetto prevede anche il rilievo della rete forestale presente, che sarà oggetto di specifica pianificazione delle attività di manutenzione, con possibilità di programmare interventi volti a garantire una costante percorribilità di controllo e per la prevenzione degli incendi boschivi.
Il tema di formazione del personale forestale non riguarda esclusivamente il maggiore rendimento delle prestazioni lavorative, la sicurezza sul lavoro o la qualificazione tecnico-professionale, quanto la consapevolezza che un operatore adeguatamente formato sia in grado di agire eticamente e con più attenzione alle problematiche ambientali e forestali, con effetti conseguenti sulla qualità delle attività di lavoro e dei prodotti. Competenze che, una volta detenute dei vecchi “capomacchia”, oggi si sono perse: le imprese forestali hanno spesso un approccio meramente produttivo volto al solo raggiungimento di rapidi profitti. È fondamentale, quindi, prevedere azioni di formazione e una sorta di “tutoraggio” per amministratori, tecnici e operatori forestali. Saranno previsti incontri informativi sugli aspetti normativi come il TUFF e i d.m. attuativi, la strategia forestale nazionale (SFN), la strategia forestale dell’Unione europea nella coerenza con le altre strategie europee di sviluppo e tutela della biodiversità, le azioni informative e formative sulla certificazione forestale. Sono previsti incontri con esperti, giornate di studio e visite a realtà in cui sono state già attivate esperienze di qualità e buone pratiche. Le attività di comunicazione saranno incentrate anche sulla diffusione del tema della “multifunzionalità dei boschi”, sulla gestione integrata di produzione sostenibile di beni e utilità eco-sistemiche, sulla tutela paesaggistica e sulla valorizzazione turistica, ricreativa e sociale delle foreste.
Si sosterranno le attività imprenditoriali favorendo una economia di scala basata su filiere forestali locali e sperimentando la gestione diretta di operazioni selvicolturali, associando alla vendita a corpo di lotti boschivi in piedi, forma elementare e primitiva di gestione, la vendita a misura del legname che ha subito una prima trasformazione ad opera delle maestranze al servizio dell’Associazione forestale. Il piano programmerà interventi in grado di sostenere, in funzione del pregio del prodotto e dopo apposita certificazione del bosco, lo sviluppo di filiere locali come quella del legno di faggio mediante accordi con segherie locali, quella della legna d’ardere, con il materiale di minor pregio, in considerazione del suo largo uso nell’area di progetto. A tal fine l’AST ha avviato lo studio per la realizzazione di interventi finalizzati al riutilizzo degli scarti della lavorazione del legno e degli scarti derivanti dalle potature degli uliveti della Valle Roveto, per alimentazione di micro impianti a biomasse con produzione di energia elettrica e calore. Ulteriori opportunità saranno rappresentate dalla filiera della produzione di legno del castagno e del frutto della castagna della Valle Roveto, denominata Roscetta, in collaborazione con l’Associazione Tutela IGP della castagna Roscetta della Valle Roveto, mediante laboratori di trasformazione dei prodotti e opportunità di vendita (marmellate, zuppe, liquori e dolci, ecc.). Opportunità imprenditoriali potranno scaturire anche dalla sperimentazione della migliore metodologia di implementazione della Banca della Terra per il recupero dei terreni forestali abbandonati e silenti e collaborando con l’ANCI e la sua fondazione IFEL nel progetto SIBATER (Supporto Istituzionale alla Banca della Terra, cui hanno aderito il Comune di Morino e altri Comuni del Contratto di fiume e paesaggio della Valle del Liri. Per sostenere la filiera produttiva si intende prevedere la formazione forestale per 4/5 motoseghisti, per l’acquisizione del patentino europeo della motosega livello ECC 1, ECC2, ECC3 rilasciato su base volontaria dall’EFESC Italia Onlus (European Foresty and Environmental Skills Council) che vede la partecipazione di soggetti qualificati, pubblici e privati, rappresentativi delle varie componenti del settore forestale italiano.
In Italia interessanti mutamenti di mercato indicano lo sviluppo di prodotti innovativi che richiedono nuove tipologie di assortimenti ad alto valore aggiunto e qualitativo, in particolare per l’edilizia, il design e prodotti tecnologici. A partire da tali considerazioni e nella consapevolezza che i processi produttivi dovranno prevedere attività di piccola scala, privilegiando settori con elevata intensità di lavoro, materiale di qualità disomogenea e filiere articolate e segmentate, quelle che si ritiene si possano valorizzare sono:
Negli ultimi anni gli aspetti turistico-ricreativi legati al patrimonio forestale rappresentano un importante volano di sviluppo locale che genera una filiera produttiva con un indotto occupazionale e imprenditoriale. Relativamente a questo segmento si propongono ulteriori filiere connesse alla risorsa foresta quali:
L’Italia, unico paese in Europa, presenta un vincolo di tutela paesaggistica sul 100% della superficie forestale (Codice Urbani, DL del 22 gennaio 2004 n. 42); i proprietari di foreste (pubblici o privati) non hanno piena disponibilità del bene in quanto l’utilizzo del bosco rimane subordinato all’interesse pubblico. Quindi, accanto alla funzione produttiva, i servizi “ecosistemici” offerti dalle foreste ricoprono un ruolo sempre più importante nell’economia del paese: la tutela idrogeologica, la regolazione del ciclo dell’acqua, la conservazione del paesaggio e della biodiversità, la mitigazione del cambiamento climatico grazie all’assorbimento dell’anidride carbonica dall’atmosfera e le crescenti attività turistico-ricreative, sportive, di didattica ambientale e culturali sono solo alcuni dei servizi offerti oggi dalle foreste italiane che generano lo sviluppo di vere e proprie filiere forestali il cui valore economico è elevato. In coerenza con la definizione di Forest Europe e adottata dall’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), «La gestione e l’uso delle foreste e dei terreni forestali deve svolgersi in un modo e ad un ritmo che mantengano la loro biodiversità, produttività, capacità di rigenerazione, vitalità e il loro potenziale per svolgere, ora e in futuro, le loro funzioni ecologiche, economiche e sociali.»
Gli interventi favoriranno i processi di sviluppo del soprassuolo forestale e di rinnovazione delle specie più esigenti. Scopo primario sarà il diversificare struttura e composizione del faggeto, accelerando i processi di passaggio verso forme forestali più evolute. Considerato il pregio ambientale dei boschi, il piano vedrà il controllo dei tagli selvicolturali nel periodo riproduttivo della fauna ornitica, per evitare disturbo e la distruzione dei siti di nidificazione e la conservazione del sottobosco. Saranno garantite superfici minime di radure in area forestale per consentire ad altre specie vegetali di insediarsi. Sarà agevolata la presenza di altre specie vegetali erbacee e arboree, in particolare da frutto, che possono fornire maggiore disponibilità di cibo per le specie animali, favorendo la biodiversità forestale con tutti i benefici che ne derivano: tutto ciò avverrà anche con il mantenimento di una porzione di alberi vetusti o morti (in piedi o a terra), un vero e proprio ecosistema in cui trovano riparo specie specializzate, come la Rosolia Alpina. Si gestirà il patrimonio forestale anche in direzione del bosco disetaneo, al fine di aumentare la resilienza del sistema.
Per la salvaguardia dei boschi da specie aliene, in particolare da quelle animali stante la criticità dei castagneti per la proliferazione del Cinipide (o vespa del castagno), saranno previste azioni di monitoraggio e di organizzazione di campagne mirate di prevenzione e controllo con le associazioni locali di tutela della Castagna.
Le foreste ben gestite sono il cuore di ambienti naturali ed ecosistemi sani ed equilibrati. L’UE sta compiendo sforzi per mappare, valutare e stimare i servizi ecosistemici delle foreste (MAES) e sta sviluppando un sistema di contabilità del capitale naturale dell’UE (INCA). Le foreste e il settore forestale possono contribuire notevolmente a fornire soluzioni sostenibili alle sfide sociali attuali e future che riguardano tutti i cittadini dell’Unione. L’accordo di Parigi, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, le politiche dell’UE in materia di clima ed energia e la strategia dell’UE per la bioeconomia ne hanno confermato la crescente rilevanza. Le foreste infatti offrono numerosi benefici e servizi, tra i quali:
L’impatto dei cambiamenti climatici sulle foreste si sviluppa attraverso: il cambio delle temperature che cambia la capacità di suitability delle specie, la capacità di ospitare una specie forestale, con spostamenti di queste verso nord o verso l’alto, come avviene per il faggio nell’appennino, che si trova al limite altitudinale superiore. Cambiamenti connessi ad attività antropiche, che avvengono in tempi troppo rapidi per permettere alle specie, animali e vegetali, di adattarsi, con conseguente perdita di biodiversità. Gli attuali cambiamenti di regimi di temperature e precipitazioni sono connessi alle tempeste da vento, agli incendi, alle pullulazioni di insetti, con un trend con crescita in frequenza e intensità nel futuro. Biodiversità e bioeconomia non sono quindi in contrapposizione, specialmente nell’Appennino che è caratterizzato da un paesaggio culturale creato dall’uomo negli ultimi secoli, quindi “conservazione e gestione sostenibile delle foreste” sono strettamente legate: se vogliamo avere un materiale “rinnovabile sostenibile” e se vogliamo migliorare la conservazione della biodiversità dobbiamo trovare sinergie fra questi due aspetti. È questo quanto si prevede di Attuare con questo progetto.
Le aree boscate, scarsamente collegate alle strade e dove la raccolta del legname è sconsigliabile o non redditizia, verranno utilizzate come serbatoi per stoccaggio di carbonio. La capacità di assorbimento del carbonio atmosferico e di filtraggio dell’aria è uno tra i servizi più importanti e conosciuti dei nostri boschi. I crediti generati dalla gestione forestale verranno sottoposti a un limite equivalente di utilizzo per la compensazione del 3,5% delle emissioni totali rispetto al 1990, che per l’Italia corrisponde a 18 milioni di tCO2eq/ anno. Il Nuovo Regolamento Land Use (LULUCF, Reg. UE 2018/841) detta le regole di contabilizzazione degli assorbimenti / emissioni per il settore forestale. L’Italia potrà compensare 11,5 milioni di tonnellate di CO2eq (0,3% del target italiano) nell’intero periodo 20212030. Per tali obiettivi sarà necessario promuovere una gestione forestale sostenibile che aumenti l’assorbimento del carbonio e favorisca la produzione di prodotti legnosi di qualità. Queste attività genererebbero crediti di carbonio utilizzabili non solo per adempiere agli impegni presi con i nuovi regolamenti, ma anche per alimentare il mercato volontario dei crediti come avviene in altre realtà come ad esempio il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Il riconoscimento dei Servizi Ecosistemici generati da pratiche colturali e attività di gestione virtuose rappresenta una opportunità di sviluppo con importanti potenzialità economiche per i proprietari dei boschi e i titolari della gestione forestale. La programmazione dei tagli invece permetterà di rinnovare la capacità di cattura del carbonio. Come dimostrato dai recenti studi, nelle superfici forestali seminaturali vi è un processo di invecchiamento collegato alla ridotta dinamica dei prelievi di legname e all’allungamento dei turni; tale processo si traduce in un rallentamento della dinamica dell’incremento annuale degli stock unitari e a una diminuzione del C sink; evidentemente la programmazione attenta dei prelievi oltre a consentire la fissazione di carbonio nei prodotti legnosi, agirebbe da volano sugli ecosistemi forestali, riducendone l’età media e aumentando gli incrementi.
Il progetto prevede il rilevamento dello stato di manutenzione della viabilità forestale nell’area interessata, finalizzata anche ad assolvere agli impegni previsti da obblighi art. 37 c. 4 Viabilità forestale e opere connesse ai tagli boschivi della Legge Regionale n. 3/2014. Il rilievo della viabilità ne consentirà un uso coerente con le esigenze e impedirà l’apertura di piste forestali non necessarie. Inoltre si individueranno zone che necessitano di ripristino e manutenzione, di opere di regimentazione idrogeologica esistenti e/o necessarie, attraverso tecniche costruttive tradizionali e/o di ingegneria naturalistica. Sono previsti interventi per migliorare e tematizzare percorsi e sentieri esistenti al fine di incrementare la fruizione turistica dei boschi.
Coinvolgimento, gestione associata o consortile per la promozione della gestione sostenibile e la valorizzazione delle risorse silvopastorali di proprietà privata, pubblica e collettiva.
La pianificazione dell’intervento selvicolturale, agevolata dalla ricomposizione di unità gestionali aventi una dimensione economica derivante dall’ampiezza delle superfici forestali gestite, aumenterà la competitività del prodotto legnoso e l’erogazione dei servizi ecosistemici forniti dal bosco. Questo primo nucleo di associazionismo forestale attuerà una selvicoltura sistemica, monitorerà la gestione, formerà operatori e personale forestale più consapevoli. Il progetto garantirà una economia di scala basata sulle filiere forestali locali, con gestione diretta delle operazioni selvicolturali, associando alla vendita a corpo di lotti boschivi in piedi la vendita a misura del legname, la quale ha già subito una prima trasformazione ad opera di maestranze a servizio dell’Associazione forestale. Ciò garantirà un aumento di valore del legname oggetto di vendita e soprattutto una maggiore tutela dell’ecosistema. Uno dei risultati sarà la creazione di unità funzionali di dimensioni adeguate a garantirne nel tempo le funzioni ecosistemiche: una pianificazione delle superfici forestali tesa a creare ampie aree dalla stessa tipologia di gestione e utilizzo (esempio Fustaia disetanea, ceduo composto, ecc).
Il bosco a fustaia dovrebbe essere esteso e continuo per garantire un habitat vasto per le specie che vi si insediano, per fornire maggiore resilienza al sistema. La produzione sarà indirizzata ad alberi e legno da opera che ottimizza l’asporto di massa legnosa, con focus su qualità più che quantità. Le tipologie di bosco considerate ospitano importanti popolazioni di specie erbacee e arboree, come il Taxus baccata utilizzata in medicina, o altre specie vegetali e funghi che trovano ampio utilizzo anche in erboristeria. La possibilità di gestire superfici vaste e variegate consentirà poi di modulare i prelievi sostenibili di legname in funzione di necessità specifiche di tutela (di habitat e specie) o socio economiche (in funzione delle dinamiche di mercato).
Le attività agro-silvo-pastorali dovranno mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la presenza di radure e chiarie nelle compagini forestali. Si pianificherà la conservazione di prati all’interno del bosco, di pascoli e aree agricole, anche a struttura complessa, nei pressi delle aree forestali, nonché il mantenimento di una presenza adeguata di piante morte, annose o deperienti, utili alla nidificazione e all’alimentazione dell’avifauna. Si pianificherà il mantenimento degli elementi forestali di bosco non ceduato, anche di particelle di ridotta estensione, nei pressi degli impluvi naturali, con la promozione di una struttura della compagine forestale caratterizzata dall’alternanza di diversi tipi di governo del bosco (ceduo, ceduo sotto fustaia, fustaia disetanea).
Il progetto “Comunità forestale Valle Roveto” è promosso dalla Società Azienda Sviluppo Territoriale (A.S.T. srl), società pubblica multiservizi, del gruppo SEGEN Holding srl, operante in regime di house providing per 10 Comuni nell’area Marsica della Regione Abruzzo. Il Comune di Morino ha affidato, con Delibera del Consiglio Comunale 23 del 22/10/2016, la gestione del patrimonio forestale comunale e civico ad A.S.T. srl., che ha provveduto alla stesura del progetto per la partecipazione al Bando del Ministero per le Politiche Agricole, Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, Piano Operativo Agricoltura, Sottopiano 3 “Multifunzionalità della foresta e uso sostenibile delle risorse rinnovabili nelle aree rurali”. A.S.T srl ha poi emanato un Avviso Pubblico rivolto ai proprietari ed aventi titolo privati, sui siti web del Comune di Morino e propri. L’avviso pubblico è stato finalizzato a raccogliere le manifestazioni d’interesse ed è stato rivolto ai soggetti proprietari, operatori privati ed aventi titolo, per l’adesione alle forme gestionali associativa previste nel Bando stesso e promossa da A.S.T. srl. Sono state raccolte 9 adesioni, per una superficie forestale di ha 117. Gli aderenti sono tutti proprietari privati di aree e territori forestali, in gran parte non gestiti da diversi decenni, che ricadono nell’ambito della fascia di rispetto della riserva Naturale Regionale di “Zompo lo Schioppo”, normata dal Piano di Assetto Naturalistico, e nel Sito d’interesse Comunitario dei Monti Simbruini-Ernici. Due aderenti, oltre che proprietari di superfici forestali, sono anche titolari di imprese boschive attive.
Indirizzo: Via Delle Ferriere, 10 67050 Morino (AQ)
Telefono: +39 0863 978809
Email: info@schioppo.aq.it
Orari: Dal martedì al venerdì / 9:30 - 13:30